La cistite è un’infiammazione della parete vescicale frequentemente provocata da un’infezione che colpisce le vie urinarie. Sono molto più comuni nelle donne che negli uomini. Si stima che circa il 25-35% delle donne di età compresa tra i 20 e i 40 anni abbia manifestato almeno un episodio di cistite nel corso della sua vita e circa un quarto di queste svilupperà un’infezione ricorrente entro 6-12 mesi.
Il fattore più importante che predispone all’acquisizione dell’infezione è dovuto alla diversa conformazione anatomica dell’uretra, l’ultimo tratto della via escretrice, nella donna rispetto all’uomo. La brevità dell’uretra femminile che misura circa 3-4 cm e la vicinanza alla vagina e al retto costituiscono fattori di maggior rischio di infezioni delle vie urinarie nella donna. È per questo, infatti, che i batteri, provenienti dall’intestino, possono raggiungere il condotto uretrale e da qui risalire in vescica. La colonizzazione può essere favorita dalle secrezioni normalmente presenti in vagina. Un ambiente vaginale sano rappresenta la prima linea di difesa alla risalita dei batteri. In condizioni normali in vagina sono presenti microrganismi (i lattobacilli) che ostacolano la crescita degli altri batteri nocivi. Importante è il ruolo degli ormoni, infatti gli estrogeni realizzano, attraverso una serie di eventi il cui fine è stabilire un ambiente vaginale acido, la condizione ideale per impedire la crescita di batteri che potrebbero alterare il benessere della donna. Il ciclo mestruale può influire su questo equilibrio. Ci sono periodi, quindi, nella vita di una donna in cui è particolarmente vulnerabile verso episodi di cistite che possono presentarsi in modo ricorrente. Ma anche altri possono essere i fattori predisponenti le cistiti come il diabete, la stitichezza, il prolasso uterino o vescicale, i calcoli delle vie urinarie, la gravidanza, i rapporti sessuali, la scarsa igiene intima o l’eccessivo utilizzo di detergenti intimi ma anche le cattive abitudini, come indossare pantaloni troppo stretti o biancheria intima in materiale sintetico (meglio il cotone, che lascia traspirare) che irritano la zona. Anche trattenere l’urina e bere poco sono errori da evitare in quanto diminuendo la frequenza di svuotamento vescicale e ristagnando urina in vescica aumenta la possibilità che i batteri aderiscano alle mucose e provochino, quindi, una infezione.
I sintomi più comuni di cistite sono rappresentati da bruciore o dolore alla minzione, a volte accompagnato da brividi e sensazione di freddo, da un continuo e incontenibile stimolo a urinare accompagnato da peso o dolore al ventre. Possono inoltre essere presenti: un aumento del numero delle minzioni nell’arco delle 24 ore, accompagnato dalla riduzione del volume di urina emesso; una difficoltà a urinare; tracce di sangue nelle urine; cattivo odore delle urine che possono apparire di aspetto torbido; febbre, per lo più limitatamente alle forme in cui l’infezione si è estesa alle alte vie urinarie. Prevenire la cistite, e in particolare le recidive, è possibile. Basta applicare alcune semplici regole di vita come bere almeno due litri di acqua al giorno e curare l’igiene intima, specialmente nei giorni del ciclo e dopo un rapporto sessuale, usando detergenti neutri e non eccedendo con le lavande vaginali. Inoltre sarebbe opportuno urinare prima e soprattutto dopo il rapporto sessuale, poiché il flusso urinario facilita il trasporto verso l’esterno di eventuali batteri depositati durante il rapporto.
Combattere la stitichezza, seguendo una dieta ricca di fibre per impedire l’eccessiva proliferazione dei batteri intestinali, causa principale di infezione urinaria. Evitare di utilizzare biancheria intima sintetica e non trattenere mai lo stimolo ad urinare. Accanto a queste regole generali, esistono dei farmaci che consentono di ridurre gli episodi di cistite attraverso l’acidificazione delle urine, che creano un ambiente inadatto alla proliferazione batterica, e sostanze che impediscono l’attecchimento dei batteri alla mucosa vescicale. Attualmente molto efficace nel ridurre le recidive delle cistiti e per trattare le forme più gravi è l’utilizzo di sostanze quali l’acido ialuronico e il condroitinsolfato, sia per via endovescicale diretta con instillazioni o per via orale associati a farmaci tradizionali. Queste sostanze danno ottimi risultati nella ricostituzione della mucosa danneggiata dai processi infettivi ed infiammatori con possibilità di guarigione.