Spesso i pazienti con ipertrofia prostatica in trattamento con alfa litici lamentano la scomparsa dell’eiaculazione. Come mai si presenta questo sintomo?
Quando vi è una condizione di ostruzione cervico-uretrale, ossia quando la prostata ed il collo vescicale sono da ostacolo all’emissione di urina, è frequente l’uso di alfa litici come la tamsulosina, la silodosina, l’alfuzosina, la doxazosina ecc. Tra gli effetti collaterali di questi farmaci, che determinano l’apertura del collo vescicale, vi è l’eiaculazione retrograda.
Si parla di eiaculazione retrograda quando il liquido seminale, piuttosto che essere espulso attraverso l’uretra (il canale che porta l’urina dalla vescica all’esterno) risale in vescica. Il collo vescicale, struttura muscolare liscia posta alla base della prostata, ha la funzione di contrarsi durante la fase di espulsione del liquido seminale per prevenirne il reflusso in vescica. Quando questo muscolo non si contrae appropriatamente, il liquido seminale, invece di percorrere l’uretra verso il meato esterno, può essere del tutto o in parte spinto nella vescica. I pazienti con eiaculazione retrograda raggiungono l’orgasmo normalmente e provano la sensazione di aver effettivamente eiaculato, anche se dal pene fuoriesce pochissimo liquido seminale, o proprio niente. Lo sperma, che rimane intrappolato all’interno della vescica, viene espulso insieme all’urina durante la minzione immediatamente successiva al coito. L’eiaculazione retrograda non è comune, nonostante ciò è innocua. Può comparire in seguito ad interventi chirurgici sulla prostata (es. TURP o adenomectomia) o sul collo vescicale (es. TUIP). Anche malattie come il diabete, la sclerosi multipla, i traumi del midollo spinale ed alcuni farmaci possono provocare eiaculazione retrograda. Talvolta capita che nei pazienti che assumono alfa litici piuttosto che eiaculazione retrograda si determini una vera e propria aneiaculazione a causa di una ridotta contrazione della muscolatura del pavimento pelvico e dei muscoli bulbo cavernosi. A seconda della causa l’eiaculazione retrograda può essere temporanea o permanente.
Quando l’eiaculazione retrograda non è chiaramente legata a problematiche rilevabili dall’anamnesi, come l’assunzione di determinati farmaci, la diagnosi può essere effettuata con l’esame microscopico delle urine dopo il coito per la ricerca di eventuali spermatozoi nelle urine. L’ecografia prostatica trans-rettale può rivelare anormalità strutturali delle vescicole seminali. L’ uretrocistoscopia, infine, è utile per escludere eventuali ostruzioni, ad esempio da stenosi uretrale, e confermare il normale sbocco dei dotti eiaculatori. La maggior parte degli uomini che hanno eiaculazione retrograda non ha bisogno di un trattamento specifico. Se la condizione è l’effetto collaterale di un farmaco, il medico può sostituire il farmaco con uno che non causa il problema. In ogni caso sospendendo l’assunzione del farmaco scompare anche l’effetto collaterale. Altre volte, quando l’eiaculazione retrograda è legata ad un problema nervoso o muscolare possono essere utilizzati farmaci come la pseudoefedrina o l’ imipramina che migliorano il tono muscolare dello sfintere interno. Nei casi in cui è presente eiaculazione retrograda e la fertilità è l’obiettivo primario, gli spermatozoi possono essere isolati da un campione di urina raccolto dopo il coito e utilizzati per un metodo di fecondazione assistita.