Tumori del rene: come curarli?
I tumori del rene rappresentano una proporzione variabile tra il 2 e il 5 per cento di tutti i tumori e nel genere maschile ha una frequenza quasi doppia rispetto a quello femminile. Si stima che il rischio di sviluppare un tumore del rene sia pari a 1 su 40 negli uomini e a 1 su 91 nelle donne. La probabilità di sviluppare questo tumore cresce con l’aumentare dell’età e il picco massimo di insorgenza è intorno ai 60 anni. Questo tumore è il terzo tumore urologico più frequente dopo quello alla prostata e alla vescica.
Esistono diversi tipi di tumori renali?
Una semplice classificazione suddivide i tumori renali in benigni (adenoma, oncocitoma, angiomiolipoma, fibroma, lipoma) e maligni (carcinoma renale, sarcoma renale, linfoblastoma, nefroblastoma o tumore di Wilms). Esistono vari istotipi di neoplasie renali, ma quella di gran lunga più diffusa è il carcinoma a cellule renali.
Quali sono i fattori di rischio?
Fumo e obesità sono i fattori di rischio più noti per il tumore al rene. E’ stato calcolato che questo rischio aumenta in modo proporzionale agli anni vissuti da fumatore e al numero di sigarette fumate al giorno. Gli obesi hanno una probabilità di ammalarsi quasi tripla rispetto a chi è normopeso.
Lo sviluppo della malattia è associato anche all’esposizione cronica a metalli potenzialmente cancerogeni come l’amianto e il cadmio, o farmaci come la fenacetina, un analgesico e antinfiammatorio ritirato dal mercato perchè causa gravi anemie e lesioni renali. Alcune forme molto rare di tumori sono associate a fattori ereditari.
Quali sono i sintomi di questa malattia?
Il tumore del rene può rimanere silenzioso a lungo e il 20% dei casi manifesta sintomi solo quando è già in fase avanzata. Sono numerosi i pazienti che scoprono il tumore per caso, tramite un’ecografia o TC eseguita durante altri accertamenti. La presenza di sangue nelle urine, un dolore persistente a livello lombare e una massa palpabile nell’addome sono i tre segnali più evidenti di tumore al rene, raramente manifestati negli stadi iniziali. Un sospetto può invece nascere da alcuni sintomi non urologici, comuni ad altre forme tumorali, come una progressiva perdita di peso, stanchezza eccessiva, anemia, ipertensione e ipercalcemia. In fase iniziale, però, questa malattia può non dar segno di sé e non provocare disturbi particolari. Per questo motivo è necessario fare una ecografia ed una visita specialistica almeno una volta l’anno. Il tumore del rene, così come la gran parte delle neoplasie, se diagnosticato in tempo può essere curato.
Come si interviene chirurgicamente?
La terapia standard dei tumori renali fino a circa 10-15 anni fa prevedeva una chirurgia aggressiva, con asportazione del rene. Oggi invece si tende a minimizzare l’invasività delle terapie anche quando il rene controlaterale (quello non intaccato dal cancro) è sano, con interventi chirurgici detti “nephron-sparing”. Si rimuove solo la zona dell’organo affetta dal tumore con una porzione di tessuto sano circostante per avere un margine di sicurezza. La parte di rene residuo rimane in sede e può svolgere le sue funzioni in modo naturale. Gli interventi di tumorectomia renale si eseguono oggi in maniera ottimale con la laparoscopia, ma ancora meglio con la chirurgia robotica. Infatti, il Robot “da Vinci” è dotato di una visione in alta definizione e tridimensionale che consente ingrandimenti fino a 10 volte. Anche nel decorso post-operatorio i vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale sono notevoli: ridottissime perdite ematiche, minor tempo di ospedalizzazione e di ripresa delle normali attività.
E se, dopo averlo curato, recidiva?
Se dopo aver eseguito un trattamento primario chirurgico (asportazione del tumore) si dovessero sviluppare metastasi a distanza, la terapia è ancora, quando possibile, chirurgica. La terapia medica sistemica successiva prevede l’utilizzo di farmaci immunostimolanti o inibitori della neoangiogenesi.